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NELLA PANCIA DELLO SQUALO, TRA MITO E REALTÀ

  • Rino
  • 26 giu 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Sono inarrestabili macchine assassine mangiatori di uomini, qualche goccia di sangue nel raggio di km scatena un loro attacco, uccidono brutalmente migliaia di uomini l’anno.

L’idea che ci si fa sullo squalo è questa… Se non si sa nulla di questo animale.


Fortunatamente non viviamo nella Amity Island del romanzo “Lo Squalo” di Peter Benchley… nemmeno i veri abitanti di Amity Island. Il thriller cult tratto dal romanzo, e diretto da Spielberg nel 1975, ha contribuito notevolmente a dare una brutta reputazione a questo animale, tanto che lo stesso Benchley si pentì di aver descritto in questo modo la creatura.[1]


Gli squali sono mangiatori di uomini. L’uomo non è tra le prede naturali del pescecane, anzi su 520 specie conosciute solo da 3 rischiamo un attacco: squalo bianco, squalo tigre e squalo toro. Il motivo scatenante è dato dal fatto che in acqua – agli occhi del predatore – sembriamo una foca, sua preda preferita. Dati alla mano, i decessi annuali causati dagli squali sono 6, mentre gli erbivori e apparentemente placidi ippopotami ne causano circa 500. [2]

Non proprio quello che ci si aspetta da un animale che ha la fama di mangiauomini.


Qualche goccia di sangue nell’Oceano scatena un attacco di squali. Dato per assodato che lo squalo non è quel cacciatore di uomini che ci aspettavamo, è ora di fare chiarezza su un altro mito che riguarda questo antichissimo essere vivente. Gli squali hanno un olfatto molto sviluppato, ma dal momento in cui noi non siamo sue prede, il fatto che sanguiniamo non fa scatenare nessun attacco. Se al posto nostro ci fosse un pesce ferito, il predatore capterebbe un nuoto irregolare pensando così che ci sia una preda di semplice cattura nei dintorni.

Vogliamo trovare un antitesi a tutto ciò? Gli attacchi alle gabbie dei sub.

Peccato che anche a questo ci sia una spiegazione: i denti di questi predatori cartilaginei possono funzionare come strutture meccano-sensoriali. Mentre noi esseri umani per conoscere la consistenza di un oggetto lo tastiamo, allo stesso modo uno squalo “tasta” qualcosa di nuovo attraverso i suoi denti, infatti spesso e volentieri le vittime di attacchi da parte di squali restano mutilate, ma non vengono uccise.


Nella speranza che questo articolo vi abbia fatto ricredere su una delle specie più affascinanti del nostro pianeta.

[1] TRIGO Valeria, Benchley, che scrisse «Jaws» ma amava gli squali, in «l’Unità» (14.02.2006) ‹https://archivio.unita.news/assets/main/2006/02/14/page_023.pdf [2] GIANOTTI Andrea, Scopri gli animali più pericolosi per l’uomo. E no, non è lo squalo, in «Il Sole 24Ore» (24.11.2019) ‹https://www.infodata.ilsole24ore.com/2019/09/24/gli-animali-piu-pericolosi-per-luomo/?refresh_ce=1




 
 
 

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